SCROCCAFUSI (Marche)
Scroccafusi Dolcetti a diffusione regionale, in particolare nell’Anconetano e nel Maceratese, soprattutto durante il Carnevale. Hanno forma di grossa noce, colore dorato e pasta dura ma friabile. L’impasto è di farina, uova, zucchero, olio, mistrà e scorza di limone. Sono cotti al forno o fritti: ancora caldi, vengono immersi nel miele e cosparsi di zucchero vanigliato e alkermes o mm. Spesso, in passato, il mondo contadino trovava nei dolci motivo di festa.

Gli scroccafusi, come altre specialità dolciarie marchigiane, presentano una caratteristica rurale essendo nati nel contado. Nel Maceratese, a Carnevale, sono quasi d’obbligo (ad Arquata del Trento si chiamano stummeri e un tempo, a Osimo e dintorni, cecetti per le loro piccole dimensioni).
Nel mangiare questi dolci, abbastanza croccanti, si provoca un rumore caratteristico, che può aver dato origine al loro nome: infatti la parola scrocca-fuso, nell’etimologia popolare, è connessa presumibilmente al rumore che si produce azionando una conocchia.
Per un’antica superstizione maceratese, se un estraneo, o anche un futuro parente, fosse entrato in cucina mentre la massaia era intenta a preparare gli scroccafusi, questi dolci non sarebbero riusciti bene.
Per scongiurare il pericolo, era indispensabile ricorriere a manovre di tipo scaramantico.
Ingredienti; 450 gr di farina bianca tipo 0; 5 uova; 400 gr di zucchero semolata; olio di oliva; la scorza grattugiata di un limone; un liquore a piacere; poco olio; burro per la placca
Preparazione: Unite le uova a 350 gr di zucchero e sbattetele bene con la frusta, poi aggiungete, poco alla volta, 3 cucchiaiate di olio e 2 del liquore scelto, la scorza di limone e tanta farina setacciata, quanto basta per avere una pasta piuttosto morbida.
Accendete il forno a 180°C. Con la pasta fate delle pallottole grosse circa come una noce e sistematele su una placca imburrata o unta d’olio.
Ponetele in forno a l60°C e lasciate cuocere per circa 35 minuti.
Gli scroccafusi si gustano freddi.
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