Medicina naturale. L’approccio omeopatico. Come per altri disturbi, anche per quel che riguarda le intolleranze alimentari, l’omeopatia sì propone con un approccio che prende in considerazione l’organismo e il suo stato di salute nel suo complesso. In genere, la prima cosa da verificare è se le manifestazioni di intolleranza siano causate davvero da un tipo di alimento, o se, invece, non possano essere determinate da uno stato di “debilitazione generale” dell’organismo. Possono sussistere, infatti, influenze individuali, ambientali, emotive che, protratte nel tempo, causano una reazione anomala. Le caratteristiche personali fanno sì che il contatto con alcuni alimenti possa scatenare una reazione, ma è fondamentale verificare che questa non dipenda da altri fattori. Può accadere, comunque, che anche il medico omeopata decida di eliminare dalla dieta,, per un certo periodo, una tipologia di alimenti ritenuti responsabili del disturbo manifestato, tenendo presente, però, che a volte, in certe .persone, alcune limitazioni nutrizionali possono ottenere effetto contrario a quello auspicato.
La difesa dell’organismo. Da un punto di vista omeopatico, l’intolleranza alimentare può anche rappresentare una risposta difensiva dell’organismo, un segnale che viene inviato a indicare una condizione di malessere generale. Esistono, tuttavia, una serie di rimedi omeopatici indicati per una prima fase di pronto intervento in caso di reazioni particolarmente vivaci. Una volta che la crisi è passata, e che si è limitata l’assunzione dell’alimento/elemento scatenante, il medico omeopata approfondisce le modalità con le quali la persona è il suo organismo reagiscono a situazioni sfavorevoli.
L’obiettivo è quello di valorizzare e migliorare tutte le funzioni dell’organismo per far sì che anche il cibo possa diventare una componente capace di aiutare, e non un nemico da combattere. La diagnosi va, quindi, eseguita tenendo presenti tutti gli aspetti della persona nella sua totalità, per comprendere a fondo le motivazioni delle risposte individuali del corpo a ogni singolo cibo. Per risolvere un’intolleranza alimentare, è sempre necessario ripristinare l’integrità della barriera mucosa intestinale, perché diventi selettiva nello scartare le sostanze nocive. Se la mucosa intestinale non è più in grado di lavorare, anche eliminando l’alimento scatenante, si potrebbero ripresentare nuove intolleranze con altri cibi. È importante, quindi, tramite l’omeopatia, trovare i rimedi naturali specifici per favorire la funzionalità della barriera mucosa e degli organi emuntori (fegato e reni) interessati dal fenomeno delle intolleranze alimentari.
Cosa si può mangiare? La regola è quella di seguire un’alimentazione il più possibile variata perché, anche in soggetti non intolleranti, dosi eccessive di uno stesso alimento possono provocare disturbi.
L’intolleranza alimentare si può manifestare anche in tarda età e con qualsiasi cibo, anche se alcune categorie rappresentano un rischio maggiore. Tra queste, latte vaccino, latticini vaccini, frumento, carni rosse (manzo, suino), uova, mela, uva, lattuga, pomodoro, caffè, lieviti, ecc. Per diagnosticare una intolleranza alimentare ci sono vari metodi, tra gli altri risulta efficace misurare il dosaggio nel sangue delle immunoglobuline IgG per gli alimenti che una persona consuma più spesso, cioè almeno 3-4 volte la settimana, da mesi o da anni. Poi, la prima cosa da fare quando si risulta intolleranti a un alimento è di eliminarlo momentaneamente dalla dieta, non consumandolo per almeno 4 mesi. Dopo tale periodo si deve rifare il test per le intolleranze. Se l’alimento risulta ancora non essere tollerato, si elimina dalla dieta per altri 4 mesi. Se, invece, il cibo risulta essere di nuovo tollerato, si reintroduce nella dieta due volte alla settimana, il lunedì e il giovedì, controllando se compaiono de disturbi al suo consumo.
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